Viviamo, mïa Lesbia, e amiamo,
E i mormorii dei vecchi un po’ severi
Valutiamoli tutti un solo asse.
Il sole può cadere e ritornare;
A noi se cade questa breve luce
Tocca dormire una perpetua notte.
Dammi tu mille baci, quindi cento,
Quindi altri mille, quindi ancora cento,
Quindi fino a altri mille, quindi a cento.
Quando molte migliaia ne faremo,
Li mischieremo, sì che non sappiamo,
E non faccia il malocchio un invidioso,
Se sa la quantità dei nostri baci.
Oggi sono in vena di romanticismi, senza troppi patemi, e questo carme di Catullo non smette di frullarmi nella testa da qualche giorno (sarà che ne ho parlato in classe). Una danza di baci fresca e travolgente.

