"Natale non sarà Natale senza regali", borbottò Jo, stesa sul tappeto.
"Che cosa tremenda esser poveri!", sospirò Meg, lanciando un'occhiata al suo vecchio vestito.
"Non è giusto, secondo me, che certe ragazze abbiano un sacco di belle cose e altre nulla", aggiunse la piccola Amy, tirando su col naso con aria offesa.
"Abbiamo papà e mamma, e abbiamo noi stesse", disse Beth, col tono di chi s'accontenta, dal suo cantuccio.
Avrò letto queste parole mille volte e ogni volta sento quel tuffo al cuore; mi rivedo sul divano, in una calda mattinata di giugno, mentre leggo il mio primo vero libro....la magia di quel momento è per me legata a stretto filo con queste quattro ragazze. Ancora oggi quando mi chiedono qual è il mio libro preferito, non posso fare a meno di indicare "Piccole donne", il libro che mi ha fatto amare la lettura (anche se a volte vedo il disappunto sul viso dei miei interlocutori; certo sarebbe meglio indicare qualche libro più "figo", da intellettuali, ma al cuore non si comanda!).
Un pensiero poi mi tormenta: una volta questo libro era una tappa quasi obbligata nelle letture per "ragazze" e faceva dunque parte di un certo patrimonio educativo; ma qualcuno oggi lo legge più questo libro! Vorrei tanto sperare di sì....vorrei che l'immaginario di queste giovani donne non fosse abitato solo da streghette in minigonna, ma anche da sorelle intorno ad un camino, di recite in salotto e timidi professori che fanno palpitare il cuore.


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